La fiducia a Nordest nelle Forze dell’Ordine, UE, Presidente della Repubblica


Sondaggi - venerdì 2 Giugno, 2017

La fiducia è un ingrediente sempre più labile nella nostra vita: non si può dare per scontato. Per dirla con Giulio Andreotti, “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Così, dubbio e pre-giudizio sono due tratti che spesso qualificano i nostri atteggiamenti di fronte agli eventi. E determinano le nostre valutazioni, al di là della oggettività dei fatti. Come se avessimo sviluppato degli “anticorpi” che ci fanno dubitare e diffidare rispetto a ciò che ci circonda, a prescindere. La nostra vita quotidiana è costellata di news. E, talvolta, anche di fake news, notizie false. Sommersi da una valanga di informazioni, inevitabilmente (e inconsciamente) siamo spinti a erigere una sorta di barriera difensiva, che ci porta a prendere le distanze da un coinvolgimento eccessivo. A dubitare della veridicità dei fatti o della spiegazione che viene fornita. A catalogarle con un pre-giudizio, appunto. Non è un atteggiamento esclusivo della nostra epoca, ma certamente aumenta e si propaga in modo più rapido in virtù della diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione. Web e social network rimpallano di continuo notizie e informazioni, cui possiamo accedere individualmente, in un’operazione di aggiramento (oggi si usa dire “disintermediazione”) dei canali tradizionali che in qualche modo filtravano e selezionavano precedentemente i contenuti: famiglia, associazioni, quotidiani, figure autorevoli… Se alle nuove tecnologie aggiungiamo la grande quantità di trasmissioni denuncia, talk show urlanti e l’uso dei social come sfogatoio, possiamo intuire come l’immaginario collettivo sia abitato da orientamenti disfattisti oltre misura.

Così, fatalmente, vengono poste le premesse per intaccare uno degli aspetti fondamentali della coesione sociale: la fiducia generalizzata, nei confronti dei vicini, della comunità in cui siamo inseriti, delle istituzioni che ci governano. Al punto che oggi sembra prevalere la s-fiducia, e non solo verso la politica. Quale sia il sentimento della popolazione verso alcune istituzioni, e come sia mutato nel tempo, è l’oggetto dell’ultima rilevazione di Community Media Research. Se non c’è dubbio che in generale i nordestini guardino alle istituzioni con distacco e prevalga un orientamento di sfiducia più elevato che a livello nazionale, ciò non di meno l’esito presenta alcune significative articolazioni e qualche mutamento nel tempo.

In primo luogo, solo le Forze dell’Ordine (59,6%) superano la soglia del 50%, con un apprezzamento che raggiunge il 69,2% in Trentino Alto Adige. A fronte dell’insicurezza dettata da attentati terroristici e rapine, esse costituiscono un elemento di tutela fondamentale. Soprattutto è mutata la loro immagine nel tempo. Non solo accresce di consenso, ma si svelano quale elemento di tenuta del tessuto sociale: basti pensare al loro utilizzo protettivo nelle città, a sostegno delle popolazioni colpite da eventi naturali o alle missioni di pace. In seconda battuta, più distaccate, troviamo due istituzioni che afferiscono alla dimensione della politica: l’UE (41,8%) e il Presidente Mattarella (40,0%). Seppure in modo diverso, ambedue le entità rispondono a una domanda di garanzia e di custodia dei valori civili: un richiamo a regole condivise. Tuttavia, siamo in presenza di orientamenti molto diversi fra le tre regioni. In Trentino Alto Adige la fiducia verso l’UE (82,2%) e il Presidente della Repubblica (89,9%) è molto elevata, mentre altrettanto non si può dire in Friuli Venezia Giulia (rispettivamente 54,8% e 40,6%) e ancor meno in Veneto (33,8% e 33,7%). È interessante osservare, però, come non tutte le istituzioni che afferiscono alla dimensione di garanzia e difesa dell’ordine ottengano un medesimo apprezzamento. La magistratura, ad esempio, si colloca al 4° posto della classifica (35,2%), ottenendo una fiducia cospicua in Trentino Alto Adige (74,5%) e in Friuli Venezia Giulia (61,3%), mentre si ferma al 28,8% in Veneto. E una simile articolazione territoriale si può osservare per lo Stato (23,4%). In altri termini, da un lato, gli abitanti delle due realtà autonome (Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) manifestano mediamente una più elevata opinione e fiducia nei confronti delle istituzioni; dall’altro, i veneti appaiono più disincantati, disaffezionati. Infine, stabilmente in fondo alla graduatoria, e ben distanziati, troviamo il Governo (15,7%) e il Parlamento (7,7%). Dunque, la fiducia in chi ci tutela è affidata alle Forze dell’Ordine, meno a chi amministra la giustizia e allo Stato. Un’analoga differenziazione la possiamo scorgere nell’ambito della politica. Oltre all’UE e alla Presidenza della Repubblica, non vi sono istituzioni politiche che ottengano un apprezzamento elevato presso la maggioranza dei nordestini. Sommando le opinioni espresse, è possibile calcolare un indice di fiducia che individua tre profili. Il gruppo prevalente è rappresentato dai “diffidenti” (49,0%): sono quanti esprimono una profonda sfiducia verso quasi tutte le istituzioni. È un sentimento in leggero calo rispetto al 2016 (51,8%) e trova una particolare diffusione in Veneto (55,9%). Il secondo gruppo è composto da una quota poco inferiore: gli “esitanti” (45,3%). Essi manifestano una convinta fiducia verso alcune entità, ma sono molto scettici verso altre, realizzando così un gioco a somma zero. È interessante osservare come questo assieme sia in crescita rispetto allo scorso anno (+5,0%), denunciando così un miglioramento del clima generale, soprattutto in Trentino Alto Adige (87,5%). Largamente minoritario, invece, è l’insieme dei “fiduciosi (5,7%) che attribuiscono a quasi tutte le entità una sicura fiducia, quota analoga al 2016 (-1,8%), leggermente più diffusi in Friuli Venezia Giulia (12,9%). Dunque, la popolazione guarda alle istituzioni in modo selettivo e polarizzato attorno a due entità principali: le Forze dell’Ordine, da un lato, e l’UE e il Presidente Mattarella, dall’altro. Esprimono un’elevata fiducia verso chi tutela l’ordine e chi è garante della tenuta del sistema politico. E, come dimostra l’indice sulla fiducia, mediamente in leggera crescita rispetto allo scorso anno, frutto plausibilmente di un clima meno rovente sotto il profilo economico e dei consumi. Tuttavia, non è una fiducia generalizzata, che investe l’intero panorama istituzionale. Soprattutto, continua ad avere un sistema politico “in-credibile”.

Daniele Marini

Nota metodologica

Community Media Research realizza l’Indagine che si è svolta a livello nazionale dal 6 al 12 aprile 2017 su un campione rappresentativo della popolazione residente in Italia, con età superiore ai 18 anni. Gli aspetti metodologici e la rilevazione sono stati curati dalla società Questlab. I rispondenti totali sono stati 1.655 (su 14.103 contatti). L’analisi dei dati è stata riproporzionata sulla base del genere, del territorio, delle classi d’età, della condizione professionale e del titolo di studio. Il margine di errore è pari a +/-2,4%. La rilevazione è avvenuta con una visual survey attraverso i principali social network e con un campione casuale raggiungibile con i sistemi CAWI e CATI. Documento completo su www.agcom.it e www.communitymediaresearch.it