Immigrati: partecipazione al voto e assistenza sanitaria
Osservatori - lunedì 3 Febbraio, 2014
L’indagine LaST ha affrontato un tema spinoso e complicato perché tocca uno degli aspetti fondanti dell’integrazione: i diritti di cittadinanza per gli stranieri. Secondo due prospettive: quella della partecipazione al voto e dell’assistenza sanitaria, e quella della cittadinanza.
Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, gli italiani non paiono avere dubbi al proposito. Quasi la totalità degli interpellati (96,9%) ritiene che gli immigrati debbano averne diritto per sé e per i propri familiari, al pari dei conterranei italiani. Va sottolineato il fatto che anche fra quanti manifestano un atteggiamento totalmente avverso ai migranti, ben i due terzi (63,8%) si dichiari d’accordo sull’attribuire loro questo diritto. Il tema della salute, dunque, accomuna tutti in modo indistinto. Diverso, ma con aspetti interessanti è la dimensione della partecipazione politica e della possibilità di esprimere una propria rappresentanza attraverso il voto. Oltre 4 italiani su 5 (84,2%) ritiene opportuno che i migranti residenti regolarmente votino alle consultazioni locali, alle elezioni del proprio comune. Chi più degli altri sostiene questa opzione sono le giovani generazioni (fino a 34 anni: 91,6%), gli abitanti del Nord Est (93,1%) e gli inattivi (casalinghe: 100,0%; studenti: 92,5%). Dunque, la partecipazione al voto nelle comunità locali è ormai un aspetto largamente condiviso. È interessante osservare, poi, come confrontando quest’esito con quello emerso da una ricerca analoga compiuta nel 2007 (Demos&Pi), tale orientamento sia ulteriormente aumentato. Allora il 75,1% della popolazione era già ben disposto a una simile scelta. Ancorché positivo, tuttavia è più tiepido l’orientamento nei confronti delle elezioni al parlamento nazionale. In questo caso, i favorevoli scendono al 65,8%, con un sostegno più forte offerto dai giovani (meno di 24 anni: 81,1%), dai residenti nel Nord Est (74,3%), dagli inattivi (casalinghe: 92,6%; studenti: 78,1%), da chi ha un basso titolo di studio (81,1%). Tale risultato è assolutamente simile a quello del 2007, quando i favorevoli a questa prospettiva erano il 64,5%. Così, da un lato aumenta ed è largamente maggioritaria la propensione a vedere i migranti parte integrante delle comunità locali. Dall’altro, prevale un orientamento positivo alla partecipazione attiva a livello nazionale, ma con meno enfasi. Come se contasse di più l’identità locale, rispetto a quella nazionale.