Gli orientamenti politico-culturali
Sondaggi - lunedì 6 Maggio, 2013
Meritocratica (76,0%) e politicamente lungimirante (63,3%): è il volto nuovo dell’Italia del futuro, le caratteristiche salienti per guardare il profilo futuro del Paese. Potrebbe essere diversamente dopo le vicissitudini di questi ultimi decenni? Non a caso la dimensione meritocratica è maggiormente sottolineata dai 30enni (83,5%) e 40enni (79,8%), dalla componente maschile (78,4%), da chi si colloca al centro (81,0%) e al centro-destra (87,5%) dello schieramento politico, dagli imprenditori (85,0%) e da chi risiede nel Mezzogiorno (80,7%). Una politica lungimirante in grado di affrontare i problemi è condiviso trasversalmente fra gli intervistati, benché fra chi si colloca al centro (72,8%) e fra quanti non si collocano nello schieramento politico tradizionale (73,4%) si rinvenga una maggiore intensità. A questi aspetti seguono più distaccate altre dimensioni che denunciano una divaricazione nell’opinione degli intervistati (riformista, meno partiti e più società), oppure un’opzione minoritaria (europeista, sobria, più società e meno stato, moderata). Colpisce, tuttavia, lo scarso grado di consenso relativo ad alcune caratteristiche più tipiche del dibattito pubblico dell’Italia degli anni recenti e della tradizione identitaria. Un futuro del Paese caratterizzato dall’identità cattolica è auspicato fortemente solo dal 19,2% della popolazione e ancor meno federalista (17,3%), consumista (3,7%), conservatrice (3,0%) e individualista (1,9%).
Come in precedenza, si è cercato di catturare attraverso un’analisi statistica (factor analisys) le dimensioni maggiormente accomunanti. Sono scaturiti 4 gruppi prevalenti. Nonostante si collochino al fondo della classifica, un primo orientamento culturale è costituito dagli “ego-consumeristi” ovvero da quanti sottolineano l’aspetto conservatore, individualista, consumista, ma anche cattolico e moderato, in contrapposizione alla dimensione di un’Italia riformista, europeista, sobria. Sono soprattutto le generazioni più adulte (ultra 50enni e, soprattutto, ultra 65enni), la componente maschile, chi si colloca dal centro fino a destra dello schieramento politico. Si tratta, quindi, di un nucleo culturale consolidato, che evidenzia salde radici. Il secondo gruppo è rappresentato da quanti vorrebbero un’Italia “de-istituzionalizzata”, dove lo stato lasci spazio alla società, dove la partecipazione civile assuma un ruolo più importante rispetto ai partiti. Gli ultra 65enni, quanti non si collocano nel tradizionale schieramento politico o esprimono una cultura di centro-destra, i lavoratori precari e flessibili, chi abita a Nord Ovest, sostengono con maggiore vigore una prospettiva fluida della società italiana. Il terzo gruppo è identificabile attorno all’idea di “sobrietà”. Questi interpellati guardano a un’Italia dove il valore della moderazione, della meritocrazia e della sobrietà costituiscono un elemento fondativo. Tale orientamento è fatto proprio, in particolare, da chi si colloca al centro dello schieramento politico e da quanti non si collocano, dagli occupati e dagli inattivi, da chi abita nel Mezzogiorno. Il quarto gruppo è rappresentato dai “neo-istituzionali”, da chi guarda al futuro dell’Italia in una chiave europeista e, soprattutto, con un ceto politico lungimirante. Sono soprattutto i più giovani (under 34enni), chi si colloca al centro-sinistra, a sinistra e fra chi non si colloca nello schieramento politico, gli imprenditori e quanti abitano a Nord Est dell’Italia, a guardare con maggiore favore a questa opzione.