I giovani del “presente continuo”
Osservatori - lunedì 31 Marzo, 2014
L’esito dell’ultima indagine LaST sulle diverse forme di progettualità della popolazione italiana testimonia il clima di incertezza che domina e attraversa le generazioni, seppure con intensità assai diverse. Ed è inoltre il confronto fra le età a mettere in luce forti discontinuità. Una prima osservazione pone in grande evidenza le diversità fra le generazioni nel vivere la quotidianità e il futuro. Da un lato, i giovani appaiono polarizzati fra un orientamento ispirato al carpe diem, al vivere esclusivamente il presente (80,1%), e da un clima d’incertezza che rende loro impossibile fare scelte definitive (81,6%). Dall’altro, se l’incerto pesa – seppure in misura assai inferiore – anche fra gli adulti (59,4%), tuttavia si caratterizzano per una maggiore capacità di realizzare progetti di lungo periodo (46,3%) rispetto ai giovani (11,1%). Dunque, giovani declinati nel “presente continuo”, adulti nel “futuro prossimo”. Considerato il contesto attuale, potrebbe essere diversamente? Certamente no.
La questione è che spesso nei confronti delle giovani generazioni il “vivere esclusivamente il presente” tende ad assumere una connotazione negativa, una valutazione che non tiene in debita considerazione le profonde trasformazioni che segnano l’ambiente in cui crescono. Basti solo pensare all’irrompere nella nostra vita delle nuove tecnologie, a come hanno (e stanno) modificando non solo i nostri stili di vita, ma il modo di apprendere e di costruire la realtà sociale, le relazioni. Le dimensioni dello spazio e del tempo vengono annullate: non c’è luogo od occasione in cui non siamo raggiungibili allo smartphone; se non possiamo connetterci a internet sale il disagio e il nervosismo; è possibile vedere programmi televisivi a qualsiasi ora; le informazioni e le relazione via social network devono essere in tempo reale, e così via. Siamo immersi, appunto, in un “presente continuo”, siamo ininterrottamente “on line”: dove ieri e domani si confondono con l’odierno, senza soluzione di continuità. Non era così anche solo vent’anni fa. Quando il cellulare non era uno strumento diffuso e per essere raggiunti bisognava attendere di arrivare a casa o in ufficio. Allora i confini erano più chiari e definibili; oggi lo sono assai di meno. E proprio perché non sono identificabili, ecco che le giovani generazioni s’inventano “esploratori”, cercano continuamente esperienze diverse (67,5%) assai più di quanto non abbiano potuto o voluto fare i loro genitori e nonni (14,6%). Aperti gli steccati dei riferimenti tradizionali, sono alla ricerca di quelli nuovi: quindi, sperimentano, esplorano, provano come in un mare aperto. Navigano, esattamente come in internet, e cercano link cui approdare. E, paradossalmente, proprio per questi motivi abbisognano di indicazioni, di qualcuno che li orienti.