Migranti: risorsa o problema?
Sondaggi - lunedì 2 Dicembre, 2013
Un aspetto di interesse è che nella percezione pubblica il problema dell’ordine pubblico e della sicurezza sembra esistere sempre meno una differenza netta fra gli italiani e gli stranieri. Per ben quattro interpellati su cinque (82,4%) la delinquenza può essere provocata indifferentemente dagli uni piuttosto che dagli altri. Si tratta di un orientamento che attraversa in modo quasi indistinto la popolazione, di un sentimento diffuso, benché i più giovani (meno di 34 anni), gli studenti e chi ha un’occupazione di carattere tecnico-dirigenziale, sia ancor più propenso rispetto alla media. Ma è dal confronto con un’analoga indagine svolta nel 2007 (Demos&Pi) che alcuni risultati assumono un valore ancor più interessante. Cresce in modo sensibile la percezione positiva del ruolo dei migranti nelle nostre comunità, sia sul versante espressivo che economico. In particolare, quasi tre interpellati su quattro (72,7%) esprimono una valutazione positiva rispetto alla nostra apertura culturale generata dalla presenza dei migranti nei nostri contesti.
Il profilo che più degli altri sostiene questa opzione è composto dal genere femminile, dai dirigenti/tecnici, da chi ha un alto titolo di studio e da quanti sono ai margini del mercato del lavoro (casalinghe, studenti, pensionati). Sei anni addietro tale opzione era condivisa dal 46,4% della popolazione. Dunque, sembra essere accresciuta una considerazione positiva di queste presenze. Parimenti avviene sul versante dell’apporto più squisitamente economico. Anche in questo caso, quasi i tre quarti fra gli intervistati (72,5%) ritengono i migranti una risorsa per la nostra economia, ma erano il 41,6% nel 2007. In questo caso, sostengono maggiormente una simile prospettiva la componente maschile, i più giovani (meno 24 anni) e i senior (oltre 55 anni), quanti risiedono nel Nord Est, sono dirigenti/tecnici e pensionati, possiedono una laurea. Quindi, complessivamente nell’arco di poco più di un lustro muta l’atteggiamento e la valutazione nei confronti dei migranti spostandosi su un terreno decisamente positivo.
Nello stesso tempo, però, una quota della popolazione italiana vede negli stranieri che vivono nelle nostre comunità una minaccia. Si tratta di una quota minoritaria, ma non marginale. Circa un quinto (20%) fra gli interpellati intravede più un pericolo che una risorsa. Il 21,2% li considera una minaccia per l’occupazione e, in questo caso, sono soprattutto le donne, i 35-44enni, i residenti nel Centro Italia, chi ha un diploma in tasca e, comprensibilmente, i disoccupati a manifestare tale orientamento. In altri termini, tendenzialmente le fasce più deboli sul mercato. Una quota simile comprende anche quanti percepiscono i migranti un pericolo per le nostre tradizioni (20,1%), soprattutto fra le fasce di età centrale (35-64 anni), i residenti nel Centro Italia, gli imprenditori e chi ha solo la licenza dell’obbligo. E così pure chi li vede come una minaccia per la sicurezza delle persone (19,6%): in questo caso, sono soprattutto le donne, i 35-54enni, gli abitanti del Nord Est, quanti hanno un diploma. Il confronto con l’indagine del 2007 mette in luce una diminuzione delle valutazioni negative, soprattutto per quello che riguarda il tema della sicurezza delle persone (era il 43,2%). Tuttavia, il calo registrato è meno che proporzionale rispetto alla crescita osservata verso le opzioni positive. In altri termini, se aumenta in modo sensibile un orientamento positivo verso i migranti, nello stesso tempo le resistenze tendono a calare con maggior fatica. Quasi a segnalare che per una parte non marginale della popolazione i processi di integrazione faticano a prendere piede.