Monitor imprese e Pubblica Amministrazione: un dialogo possibile
Sondaggi - venerdì 9 Ottobre, 2015
Una migliore interazione tra mondo dell’impresa e uffici e referenti della Pubblica Amministrazione appare un traguardo possibile. Le due azioni prioritarie secondo gli imprenditori intervistati sono: la semplificazione delle procedure e del numero di documenti richiesti (per il 78,4%) e l’unificazione e l’integrazione degli uffici (per il 53,6%).
Alcuni passi in questa direzione sono già stati compiuti (autocertificazione, sportello unico, svolgimento delle pratiche on line), tuttavia, molto rimane da fare, soprattutto per gli aspetti legati all’organizzazione della “macchina” pubblica. In particolare, secondo il 76,3% degli imprenditori intervistati, è la ricerca di un clima diverso e più collaborativo, quasi consulenziale, fra imprese e pubblica amministrazione l’elemento da potenziare, al fine di trovare le condizioni migliori per operare in sinergia.
Il Monitor Impresa&Burocrazia “In cerca d’intesa – I rapporti fra aziende, burocrazia e Pubblica Amministrazione” ha analizzato il rapporto degli imprenditori con la burocrazia, soprattutto dal punto di vista soggettivo, il percepito è, infatti, determinante nel costruire la realtà di un rapporto non di rado problematico.
L’indagine si è svolta nei mesi di febbraio e marzo su un campione di 343 imprese estratte dall’anagrafe di Unindustria Treviso, considerando la dimensione e il settore di appartenenza.
LE RELAZIONI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Nel secondo semestre 2014 le imprese intervistate si sono interfacciate con una molteplicità di enti pubblici (il 73,5% con la Camera di Commercio, il 66,3% con l’Agenzia delle Entrate, il 59,9% con il proprio Comune e oltre il 50% con l’INPS e l’Agenzia delle Dogane).
Burocrati e burocrazia non vengono però posti sul medesimo piano. Gli interpellati distinguono infatti fra le professionalità dei funzionari, che vengono valutate positivamente (la cortesia e disponibilità per il 72,8% degli imprenditori e la competenza del personale per il 63,3%, l’adeguatezza degli orari e dei giorni di apertura al pubblico per il 59,4%, la possibilità di ottenere informazioni esaustive rispetto alle esigenze per il 53,0%) e l’organizzazione degli enti, che vengono fortemente criticati per la scarsa funzionalità, la farraginosità e opacità.
Dalla costruzione dell’Indice di Soddisfazione nei confronti della Pubblica Amministrazione (la somma delle valutazioni espresse verso i diversi indicatori) emergono tre gruppi di giudizio. Il gruppo più cospicuo esprime “Insoddisfazione” (61,9%) ed è composto principalmente dai titolari delle imprese Micro (fino a 9 addetti, il 71,1%), dal settore delle 3A (Agroindustria, Abbigliamento, Arredo, il 73,9%) e da chi ha ricevuto una visita ispettiva (75,0%). Un terzo fra gli interpellati (33,8%) esprime “Soddisfazione”, tale giudizio è espresso in maniera direttamente proporzionale al crescere della dimensione d’impresa, raggiungendo il 39,3% fra le Grandi (oltre 50 addetti), quelle che hanno un’apertura al mercato estero flebile (<20%, il 37,5%) e non hanno ricevuto visite ispettive (37,4%). Il terzo gruppo è quantitativamente marginale ed esprime una valutazione di “Eccellenza”.
IMPRESE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Mediamente, per circa i due terzi delle industrie associate a Unindustria Treviso, viene spesa una settimana al mese per rispondere alle richieste della Pubblica Amministrazione e il settore che risulta dedicare più tempo a tali adempimenti è la Metalmeccanica (il 32,8% vi dedica più di 6 giorni/mese).
In oltre la metà dei casi (il 51,7%) a seguire gli adempimenti burocratici è un dipendente dell’impresa che sottrae così tempo ai suoi compiti specifici. Solo il 18,3% degli inntervistati ha un ufficio dedicato specificamente, per una quota analoga (il 18,8%) è il titolare o un suo congiunto a seguire direttamente gli iter burocratici, mentre l’11,2% delega la funzione a un professionista esterno.
A occupare più tempo sono gli adempimenti fiscali e doganali (67,5%), seguiti a distanza dalle pratiche relative la gestione del personale (47,8%), dalla documentazione relativa alle certificazioni (33,2%) e all’igiene e sicurezza nel luoghi di lavoro (23,2%).
IMPRESE E VISITE ISPETTIVE
Anche le visite ispettive dividono la platea degli interpellati. C’è un riconoscimento prevalentemente positivo nei confronti dell’operato dei funzionari preposti, i quattro quinti degli interpellati (l’80,2%) ha percepito un atteggiamento di rispetto, il 73,1% un’attitudine professionale, il 61,9% collaborativa. Per converso, non pochi, hanno avvertito un’aria inquisitoria (41,9%) e invasiva (32,2%). In un quarto dei casi (26,0%) persino aggressiva.
I due orientamenti non trovano però elementi di generalizzazione univoca, sembrano dipendere molto dal singolo caso: dall’atteggiamento tenuto dai funzionari, dal livello di collaborazione. Il che, a sua volta, produce un passa parola, la costruzione di una rappresentazione fondata sulla percezione o sui casi più critici ed eclatanti. Tant’è che a provare un sentimento di preoccupazione a fronte di una visita ispettiva sono più quelli che non l’hanno mai avuta, piuttosto di chi ne ha già fatto esperienza.
Nel 2014 le imprese oggetto di visite di carattere ispettivo sono state poco più di un quarto (27,2%) del campione. Le più investite sono le Grandi (oltre 50 addetti 51,9%), benché un quinto fra le Micro (19,7%, fino a 9 addetti) abbia subito la medesima sorte. Le più toccate sono le aziende del settore delle 3A (il 36,8%) e, in particolare, quelle più esposte alle relazioni produttive con i mercati esteri (il 33,3%).
Ai primi posti tra gli enti che più di altri hanno realizzato verifiche e controlli presso le imprese associate troviamo: il Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL: 60,2%), le Aziende Sanitarie Locali (53,6%) e l’Agenzia delle Entrate (50,6%). Attraverso la costruzione dell’“Indice di Pressione” delle visite fiscali (il rapporto medio fra numero di visite e numero di giorni dedicati per ciascuna visita), è possibile individuare l’onere che una visita richiede a un’impresa. La classifica vede primeggiare l’Agenzia delle Entrate (Indice pari a 824), seguita a molta distanza dall’Agenzia delle Dogane (195), dall’ARPAV (167) e dai NAS (125).
Secondo gli interpellati, per rendere maggiormente gestibile l’onere delle visite ispettive andrebbe promosso un atteggiamento di collaborazione e di consulenza da parte dei funzionari nell’individuare assieme all’impresa le soluzioni possibili (76,3%) a fronte di eventuali aspetti problematici. In seconda battuta, viene la proposta di invitare l’impresa a regolarizzare eventuali irregolarità, più che sanzionare (65,7%).