Parte l’Expo, quanti conoscono il tema della manifestazione?
Osservatori - lunedì 9 Marzo, 2015
Manca ormai una manciata di settimane all’inaugurazione della manifestazione internazionale EXPO 2015 a Milano. Ci arriviamo – come spesso accade nel nostro Paese quando dobbiamo realizzare delle intraprese – avendo scoperto truffe e corruzioni, accumulato ritardi e rimpallato responsabilità, con prese di posizioni del Governo per accelerare i lavori e con manifestazioni di contrarietà al progetto. Insomma, seguendo il classico copione all’italiana: sparpagliati. Al netto di ciò, e di tutte le difficoltà, la manifestazione internazionale costituisce un’occasione importante e fondamentale, in particolare ora che primi segnali di un cambiamento nelle tendenze economiche dell’Italia stanno facendo capolino. In questo senso, l’EXPO è un’occasione che deve diventare un’opportunità.
Soprattutto pensando alle ricadute e alle conseguenze che da un simile evento possono scaturire una volta terminata l’esposizione universale. Dobbiamo necessariamente preoccuparci della sua piena realizzazione e riuscita, ma il vero successo sarà costituito da quanto saprà gemmare successivamente alla conclusione: centri di ricerca, know-how nei diversi settori economici, nuovi posti di lavoro, infrastrutture e logistica, attività imprenditoriali e così via. L’EXPO è sia un elemento di attrazione, che di propulsione, non solo per i diversi settori produttivi, ma per l’immagine, il brand Italia nel mondo. Sono oltre 130 Paesi che saranno ospitati nei diversi padiglioni a Milano, dunque l’Italia diventerà una vera e propria vetrina che attirerà turisti, operatori economici e culturali. Ma non possiamo dimenticare le molteplici iniziative che reticolarmente si stanno predisponendo nel resto della nazione: un brulicare di attività che si richiamano a quell’evento e stanno mobilitando energie, inventive e risorse, in campo economico e culturale.
Se la manifestazione dell’EXPO è nota negli ambienti istituzionali ed economici, in che misura lo è presso la popolazione? E quali sono i valori, gli obiettivi strategici che tale evento dovrà perseguire? L’Indagine LaST ha sondato queste dimensioni, nell’idea che un evento di tale portata non possa non essere patrimonio dell’intera nazione. Non è un caso, infatti, che proprio in queste settimane si stiano moltiplicando le comunicazioni istituzionali e le pubblicità dell’iniziativa: per renderlo un evento non solo per addetti ai lavori, ma opportunità di crescita diffusa. Ed effettivamente, pare vi sia bisogno di comunicarlo. La popolazione che, a poche settimane dall’inaugurazione, dichiara di avere seguito con attenzione e possedere una conoscenza approfondita di EXPO 2015 non raggiunge un quarto fra gli interpellati (23,2%). Non si tratta certo di una quota marginale, ma in ogni caso non appare ancora un evento avvertito in modo esteso. Per la maggioranza degli italiani (56,4%), invece, la manifestazione è nota, ma in modo superficiale, avendo appreso solo qualche notizia dai mezzi di comunicazione. Infine, nel complesso circa un quinto (20,4%) non ha proprio avuto modo di seguire o non sa di cosa si tratti.
Al fine di testare il grado di effettiva conoscenza, sono stati proposti agli interpellati alcuni slogan identificativi della manifestazione. Il 64,9% ritiene correttamente che il motto di EXPO sia “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita”, il restante 35,1% sceglie opzioni errate. Se sommiamo quanti dichiarano, in modo approfondito o superficiale, di essere al corrente della manifestazione (79,6%), possiamo osservare come lo slogan caratterizzante sia noto in misura ancora inferiore (64,9%). Sommando le due risposte, è possibile creare un profilo di conoscenza dell’EXPO, da cui emergono tre tipologie. La prima raffigura gli “EXPOnenti” (16,9%) e raccoglie quanti hanno seguito con attenzione il progetto e individuano lo slogan corretto. In questo gruppo s’incontra più facilmente la componente maschile, i più adulti (55-64 anni), gli imprenditori e chi possiede una laurea. Il gruppo più cospicuo è il secondo (45,8%): gli “EXPOsti”, che hanno una conoscenza superficiale dell’evento e riconoscono correttamente lo slogan. In questo caso, troviamo soprattutto le persone in età attiva (25-54 anni), i disoccupati e le casalinghe, i laureati e i residenti a Nord Ovest. Il terzo gruppo, anch’esso cospicuo, è quello dei “SottoEXPOsti” (37,3%) e raccoglie quanti non hanno una conoscenza adeguata (o non ne hanno alcuna) e non sanno identificare neppure lo slogan. La componente femminile, i più giovani (meno di 24 anni) e i senior (oltre 65 anni), i pensionati e le casalinghe, chi ha un basso titolo di studio caratterizzano maggiormente il gruppo. Indubbiamente, le preoccupazioni degli italiani sono concentrate su altri e ben più pressanti versanti. Ciò non di meno, uno sforzo maggiore di comunicazione dovrebbe essere realizzato identificando i target oggi più distanti dall’EXPO (donne, giovani e senior, lavoratori, chi non risiede nel Nord Ovest), facendo leva anche sulle ricadute che un evento mondiale avrà sulle nostre vite.
La manifestazione dell’EXPO ha identificato, nel suo manifesto programmatico, alcuni obiettivi strategici da perseguire. Anche su questi aspetti è stata sondata l’opinione degli italiani e ne sono scaturiti alcuni elementi che mettono in luce gli orientamenti di valore in tema di sviluppo. Due sono gli obiettivi che, su tutti, emergono come prioritari. Da un lato, l’EXPO dovrebbe contribuire a far sì che tutti abbiano cibo e acqua a sufficienza per vivere (58,2%), rinviando così a un’ideale di equità globale. A questo si aggiunge l’altra priorità ovvero l’utilizzo delle nuove tecnologie al fine di trovare un corretto equilibrio fra disponibilità di cibo e consumo delle risorse del pianeta (56,2%). In altri termini, emerge il valore della sostenibilità e del rispetto di una corrispondenza fra consumi e sfruttamento della terra. Più sullo sfondo, troviamo l’attenzione alla salvaguardia delle biodiversità (33,5%) e l’assicurare la salubrità e la qualità dell’alimentazione (30,0%). Mentre, meno considerati sono gli aspetti di natura culturale (valorizzazione delle tradizioni alimentari: 15,2%) e medico (educare alla prevenzione: 6,8%).
Dunque, maggiore equità globale e sostenibilità sono i due obiettivi principali che gli italiani attendono dall’imminente EXPO. Va da sé che la sola manifestazione non potrà raggiungere simili traguardi. Ma l’auspicio è che l’EXPO da un’occasione diventi un’opportunità perché questi percorsi siano un tassello per una nuova cultura dello sviluppo.
Daniele Marini